DINO BUZZATI

DINO BUZZATI
Recensione della personale alla Galleria Montenapoleone, Milano

Se qualche signora del bel mondo, conoscendo Anna Sogno solo di nome quale moglie di un nostro diplomatico, pensasse di assistere qui a uno dei tanti episodi mondani di dilettantismo da cui poter sviluppare lunghi ed esilaranti pettegolezzi, rimarrebbe amaramente delusa. Anna Sogno, come pittrice, è tutt’altro che una scolaretta e dimostra un carattere forte.

La mostra é divisa in due sale: da una parte le periferie di Washington e alcune contrade della Virginia; dall’altra la Birmania, dove suo marito è attualmente ambasciatore; paesaggi, feste popolari e ritratti. Lo stile é deciso, schietto, qualche volta sommario, forse sonzaa eccessiva preoccupazione del comporre. Toni bruni e rossastri, fosche atmosfere. C’è un vecchietto birmano e una giovane birmana di primo ordine.

Ma soprattutto Anna Sogno narra molto bene la maledetta tristezza provinciale di quelle strade americane di suburbio con tutte le grosse automobili ferme ai lati, e non si vede un passante, e non si riesce a immaginare che razza di sciagurati stiano morendo di sbadigli o di TV in quelle squallide case.

Torna alle altre Critiche d’arte