CRITICHE D’ARTE

GIOVANNI ARPINO

Il mondo è ancora paesaggio. Malgrado noi. Questo paesaggio tende a vivere e contemplarsi di per sé, gloriosamente ignaro d’uomini. Talora questi stessi uomini – razza amara e violenta – lo mutilano, lo sgangherano. Ma anche deformato, anche sconvolto, il paesaggio non tace la sua testimonianza, non si arrende sotto il cumulo dei lividi. Il lavoro pittorico di Anna Sogno è essenzialmente una ricerca di   paesaggio, sono «attimi del mondo, espressioni-impressioni, con quel colore «lombardo» che giustamente ha ottenuto la lode di Marziano Bernardi, con una «allarmata vitalità» che Luigi Carluccio è stato pronto a individuare. E noi? Noi indegni di paesaggio? Le visioni orientali delle pagode che Anna Sogno oggi ci presenta, dopo anni di lavoro, feriscono la nostra ottusità urbana, irridono alla nostra perizia di bipedi incapsulati. Un trionfo celeste naviga verso gli spazi, ci schiaccia, ci rende zavorra.

Approfondisci

MARZIANO BERNARDI
La Stampa

Allieva dell’Accademia di Brera, ha avuto per eccellenti maestri Achille Funi e Aldo Carpi, ma fin dalla sua prima mostra di paesaggi ci parve di riconoscere in lei una presenza di toni locali lombardi vagamente derivati dall’Emilio Gola dei famosi quadri di Mondonico.

Approfondisci

DINO BUZZATI
Recensione della personale alla Galleria Montenapoleone, Milano

Se qualche signora del bel mondo, conoscendo Anna Sogno solo di nome quale moglie di un nostro diplomatico, pensasse di assistere qui a uno dei tanti episodi mondani di dilettantismo da cui poter sviluppare lunghi ed esilaranti pettegolezzi, rimarrebbe amaramente delusa. Anna Sogno, come pittrice, è tutt’altro che una scolaretta e dimostra un carattere forte.

Approfondisci

LUIGI CARLUCCIO

Chi percorre oggi la strada dell’arte trova, per dirla con Gide, una larga nourriture in certi momenti estetici del nostro tempo, che hanno lasciato un segno profondo. Tra quei momenti l’espressionismo occupa un posto privilegiato, perché possiede due degli aspetti essenziali della visione moderna: la capacità evocativa ed interpretativa del colore, del colore inteso come mezzo allusivo più che illustrativo e la coincidenza, eccitata al massimo, del carattere dell’opera d’arte con il carattere della vita, e delle relazioni che la vita affaccia, essa stessa così mutevole, con il mutevole allesso della realtà, con il suo continuo fluire, con le sue inesauribili ed inarrestabili variazioni.

Approfondisci

PHILIPPE DAVERIO
Maggio 1992

Pare che la signora Johnson dicesse: “There is a wife of an Italian diplomat who is painting the ugliest places in Washington”, riferendosi alle periferie che che Anna Sogno stava dipingendo negli anni immediatamente successivi all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.
Finita la politica liberale della Nuova Frontiera, la presidentessa stava tentando di abbellire la capitale con la sua “beautification campaign”.

Approfondisci

ANGELO DRAGONE
«La Stampa», Torino

Il fatto di aver dipinto in varie regioni dell’Italia settentrionale e centrale, in Francia come negli Stati Uniti e in Asia, dedicandosi spesso al paesaggio, ma anche alla veduta animata di vita locale, non ha smorzato in Anna Sogno, milanese, allieva a Brera di Funi e di Carpi, la sua originale vena lombarda. Né l’ha allontanata dal suo registro cromatico, sempre un po’ cupo, nei quale anche i rosa e gli azzurri sembrano nascondersi sotto i bruni e i rossastri cui si devono quelle che Dino Buzzati aveva chiamato le sue «fosche atmosfere»…

Approfondisci

ENZO FABIANI
«Il Corriere d’Informazione», Milano 1968

America e Birmania in cinquanta tele di Anna Sogno: ossia due aspetti del mondo, due colori, due suoni diversissimi, che vengono da lei accostati e fusi nella medesima ansia di poesia «Eccoci in America», dice l’artista indicando i quadri che occupano la prima delle due sale della Galleria Montenapoleone: ed appare un mondo insolito, severo, come di profonde piazze medioevali e di vie bianche o rossastre, decapitate lassù, verso il mare. Anche i colori bruni e fondi e la luce oro-bruna che pervade il quadro aiutano nella suggestione.

Approfondisci

CARLO FRUTTERO
Nota per Anna

Sarebbe curioso sapere che idea mi farei di Anna Sogno attraverso i suoi quadri, se non la conoscessi personalmente. Chi non pratica la loro arte tende a rappresentarsi i pittori come una razza di privilegiati tolemaici: eccoli lì, ritti al centro del mondo fisico, a roteare un po’ di qua e un po’ di là quelle loro pupille non si sa se attive o passive, a fermarle inesplicabilmente su un pezzetto di muro, due pere, la Via Lattea, una barca, un ventaglio, un ammasso nero, un groviglio geometrico, poche nuvole sottili.

Approfondisci

JANUS
«La Gazzetta del Popolo», Torino 1978

In un ampio spazio del Teatro Nuovo, appositamente sistemato, vengono presentate e proposte esposizioni d’arte a cura dell’Associazione Culturale «I Venerdì d’Arte del Teatro Nuovo», con il patrocinio dell’Assessorato al Turismo e Tempo Libero della Regione Piemonte: un’idea che è certamente positiva e che consentirà in una città «impoverita» come Torino, di fare qualche confronto e forse di stimolare la presenza di insolite personalità.

Approfondisci

ANGELO MISTRANGELO
Da Segrete identità

Il trascorrere del tempo segna avvenimenti e incontri e attese. E dal fluire di sensazioni e latenti angosce emerge il senso della pittura di Anna Sogno, i suoi silenzi, le immagini, a tratti indistinte, di un itinerario che lega il magistero artistico al cammino dell’esistenza, le emozioni alle vicende di una realtà che insistentemente affiora dalle «pagine» di un diario memoriale contrassegnato da continui riferimenti alla propria condizione di donna e di artista immersa nelle problematiche della società contemporanea.

Approfondisci

RUGGERO ORLANDO
L’Era di Anna

Ah, ah, ci si figurava un’arte dolce, di fiori di giardino e in vasi, di trasparenze, di azzurri, di pennellate a olio tendenti all’acquerello, di soggetti dall’interpretazione languida, sia pure di tanto in tanto con un po’ d’amaro o di agrodolce, la pittura di una signora elegante, dal sorriso a scoppii, d’ambiente diplomatico, usa a conversazioni d’ogni argomento, intelligenti sì ma senza scorno, di tradizioni aristocratiche e intellettuali, insomma riposante. Erano gli anni Sessanta, Washington, la presidenza Kennedy, i titoli di borsa che ogni mattina valevano un po’ di più, una vena di fresco ottimismo.

Approfondisci

ALBERICO SALA
Anna Sogno, costanza delle ragioni native

Dalle finestre, in cima ad un nobile palazzo torinese, irrompe una luce netta, e lievitante; i monti sono imminenti. Sfoglio le tele che Anna Sogno ha raccolto per l’esposizione a Milano, la città in cui s’è affacciata all’arte, nel quartiere di Brera: le aule dell’Accademia, i caffè e le latterie del «villaggio», le conversazioni con gli amici, nell’aria fervorosa del dopoguerra, fra richiami ed entusiasmi, sofferenze e stupori, nella scoperta dei nuovi linguaggi, circolati in Europa nonostante i terrori e le stolte autarchie culturali.

Approfondisci

VITTORIO SGARBI

Qual é il carattere della pittura di Anna Sogno? Intanto, seguendola in un lungo percorso diviso in ben riconoscibili periodi, ci accorgiamo che la fedeltà al tema e ai luoghi non ha niente a che fare con un atteggiamento illustrativo e che è invece fedeltà alla pittura. Anna Sogno crede che dipingere sia trascrivere emozioni sulla tela attraverso l’esperienza di un mestiere che, nell’età contemporanea, ha i suoi patriarchi negli impressionisti. Quindi, una pittura veloce a cui non sfugge la presa delle cose e che richiede una forte concentrazione per mantenere leggerezza e concretezza. La strada della pittura di tocco é stata battuta da non molti pittori in Italia, forse per il timore dell’invincibile confronto con gli impressionisti.

Approfondisci