ANNA SOGNO Arborio Mella

1923-2004

É stata una pittrice postimpressionista italiana del 1900. Ha dipinto dagli anni ’40 al 2004.

Nacque da Luigi Arborio Mella di Castellalfero e da Sofia Bazzero Mattei. Il trisavolo Carlo Emanuele Arborio Mella fondò l’Accademia di Belle Arti di Vercelli, poi diretta e ampliata dal bisnonno Edoardo; la bisnonna Elisa Borromeo Arese fu buona pittrice della scuola del Palizzi. Lo zio Ambrogio Bazzero, poeta e scrittore menzionato da Benedetto Croce nei suoi scritti, aderì alla Scapigliatura milanese.

Anna Sogno s’iscrisse nel 1940 all’Accademia di Brera alla scuola di Achille Funi e Aldo Carpi. Frequentò gli studi di Messina e Manzù e dal 1943 al 1944 anche la Galleria dell’Esame diretta da Somarè dove conobbe scrittori, giornalisti, esperti d’arte come Valentino Bompiani, Gaetano Afeltra e Guido Tallone che la incoraggiarono nell’attività artistica.

Nell’immediato dopoguerra sposò l’ambasciatore Edgardo Sogno Rata del Vallino, che accompagnò in varie sedi diplomatiche e da cui ebbe due figlie Laura Isabella e Sofia. A Parigi tra il 1948 e il 1950 seguì i corsi dell’Accademia della Grande Chaumière e s’ispirò ai grandi maestri impressionisti, come Renoir, Monet e Degas. Scoprì l’alta lezione di Turner, Van Gogh e Utrillo. Strinse amicizia con importanti personaggi come il giornalista Domenico Bartoli, Alfio Russo, Marella Caracciolo, Lidia Croce e Alberto Tallone. Eseguì tra il 1954 e il 1960 paesaggi brumosi collegabili alla scuola lombarda dell’Ottocento, ammirati da Dino Buzzati e organizzò tra il 1957 e il 1959 alcune mostre personali alle gallerie Montenapoleone e Cairola di Milano e poi alla Galerie Chardin di Parigi. Soggiornò dal 1960 al 1967 negli Stati Uniti a Filadelfia e Washington, al seguito del marito e frequentò l’associazione “America/Italy Society” dove conobbe

Ruggero Orlando, il ministro Francesco Forte e la moglie Carmen. Le opere di quel periodo ritraggono le periferie suburbane delle grandi città e i cimiteri delle automobili: furono esposte alle mostre personali presso la Sessler Gallery di New York nel 1961, la Wildenstein Gallery nel 1962 e la Galerie d’Arcy di New York nel 1963. Espose anche alla Washington Gallery of Arts di Washington nel 1965. Seguì ancora il marito in Birmania, dal 1967 al 1970, e rimase affascinata dalle pagode di Rangoon e dai variopinti quartieri popolari birmani, indiani e cinesi della capitale che raffigurò in molte tele.

Rientrata in Italia nel 1970 continuò a dipingere periferie, prati fioriti e mercati rionali di Torino. Lasciò scorci di Roquebrune e Sansicario dove soggiornava volentieri. In quegli anni aderì all’Associazione Artistica della Cassiopea e strinse amicizia con Riccardo Chicco. Nel 1971 organizzò una mostra personale alla galleria San Simpliciano di Milano e nel 1972 un’altra personale alla galleria La Parisina di Torino. Partecipò alla 130° Esposizione d’Arti Figurative della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino e al XIV Premio nazionale di Pittura Figurativa a Vasto. Inoltre nel 1985 espose a Torino presso la galleria Accademia; nel 1988 il comune di Milano le dedicò una mostra antologica; nel 1989 ancora a Torino espose nuovamente alla Società Promotrice con un’antologica di 138 opere eseguite dal 1954 al 1988. Dal 1990 al 2002 organizzò varie personali: a Torino alla galleria Fogola; a Milano a palazzo Reale “Washington D.C. The Sixties”.

Nel 2003 fu premiata per meriti artistici con l’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano, nel 2004 tenne la sua ultima personale a New Orleans. Nella lunga attività artistica alternò alle melanconiche visioni delle periferie americane e cimiteri di automobili, i gioiosi prati fioriti e i colorati banchetti dei mercati; alle immagini sognanti di pagode e bazaar orientali contrappose i fantasmagorici bombardamenti notturni su Baghdad e le sofferte visioni delle Torri Gemelle distrutte.

Hanno scritto su di lei molti critici come Marziano Bernardi, Angelo Dragone, Bepi Zancan, Luigi Carluccio, e molti giornalisti da Furio Colombo a Ruggero Orlando. Negli ultimi anni si sono occupati di lei Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio. Angelo Mistrangelo curò anche la mostra postuma del 2007 “Anna Sogno, opere dal 1950 al 2004”, alla Promotrice di Torino. Qualche mese dopo Vittorio Sgarbi volle un suo quadro alla mostra da lui ideata a palazzo Reale di Milano “L’Arte delle Donne dal Rinascimento al Surrealismo” dal 5 dicembre 2007 al 6 aprile 2008.